"I cà", di Delio Tessa (1886-1939), ambientata negli della crisi del '29 e seguenti.
Lettura scenica di Dome Bulfaro.
... in quei casoni / brutti che sono venuti / su come funghi / in via Bligny, / oh... se ce n’erano/ di finestre abbuiate / in questi anni scorsi! / (Pare che non trovassero / da affittare...) / Adesso, però, / c’è la luce in tante; / quante famiglie / sono andate ad abitarci! / Qui c’è una strada /
tagliata a metà / in un prato, / là c’è una fabbrica / non finita... / Città... città... / «... Datemi da mangiare!...» / ... gridano... chi è?... / «... Da temi da mangiaaare!...» / ... gridano... laggiú... / Fra un tram e un carro / sempre quell’urlo!... / È un operaio, / mi dico, «Datemi / da lavoraaare!...» / ... un operaio / qui della fabbrica, / di quelli, magari, / che hanno lasciato a casa / ... un disperato!... /
Sassi... contro i muri / bui di quelle case, / sassi sono quei suoi: / «datemi da mangiaaare!...» / Sassi quei suoi: «... datemi / da lavoraaare!» / Sassi quei: «... se no / accoppatemi... maiali!» / Sassi contro i muri / di quei casoni / sordi laggiú!... / Vetrate... tendine / mauves alle finestre... / a quella luce / dorata – non so / perché – / diresti che è una sala... / Parlano: ... buffet... / Controbuffet... / Salle à-manger / della famiglia / perbene... / ... moglie... figli / e musagete secondo. / «Radio Marelli / Milano...» / ... tavola / che sparecchiano... / «... Radiò Marellì / Milan... / ... conçert...» / ........ /