Di Giovanna Frene ho voluto tradurre l’autoanalisi, la dimensione drammaturgica del suo comporre, il suo modo netto e tagliente di rompere la crosta e abitare le parole nel profondo.
Il piano cristallino in cui muove il suo pensiero, di etica ferrea, è solo in apparenza glaciale. Sotto questa lastra di ghiaccio c’è un mondo emotivo e spirituale, epocale, che volevo fosse udibile.