Pubblicato interamente su Boxe Mania News, sett. 2024, numero 4
Ho sedici anni
ma è già da più di dieci che vivo in un carcere
nessun reato commesso là fuori
fui condannato ben prima di nascere.
da Argento Vivo, Daniele Silvestri
Una poesia, la tua pelle, il ring, sono tre esempi concreti di potenziali giardini. Ad essi corrispondono tre potenziali giardini interiori: una poesia scritta o detta è un recinto interiore, la pelle è il recinto fisico del tuo giardino interiore, un ring è il recinto del tuo giardino interiore. Dipende solo da te se i tuoi giardini di delizia in potenza, si realizzeranno o meno. Dipende solo da te a patto che tu sia consapevole delle trappole in cui vivi e se hai sufficiente forza e coraggio di liberartene per viverti pienamente. Se “viverti pienamente” diverrà il tuo obiettivo, come ti auguro, allora una delle vie maestre per centrarlo è, in ogni tuo passo, quella del risvegliare in te il pugile interiore.
Se vuoi risvegliare e coltivare in te “il pugile interiore” – da un lato affine all’archetipo del Guerriero e dall’altro affine all’archetipo del Giardiniere – allora bisogna chiedersi cosa sia veramente un ring?
Se penso ai ring che tracciano il loro recinto in quelle periferie dove diventare erba gramigna, e non il miglior fiore che sei, è già scritto ancora prima che tu nasca, allora puoi comprendere il lavoro salvifico – prevenzione alla brutalità, lotta alla mediocrità, disattivazione della sconfitta prima ancora di salire sui ring della vita… – che compiono le palestre di boxe in quelle periferie o ovunque esse sorgano. Se tu dovessi credere che la condizione del camminare in un vicolo cieco sia un maltrattamento predeterminato riservato solo ad alcuni/e che hanno avuto la sfortuna di nascere nel posto sbagliato al momento sbagliato, staresti gravemente sottovalutando i processi compulsivi che fanno della tua vita una gabbia, e di te fanno uno/a schiavo/a. La conseguenza più facile che può generarsi in chi fin dalla nascita cammina in un vicolo cieco, Platone lo ha spiegato ne La Repubblica più di 2000 anni fa, è quella di vedere ciecamente pur non essendo ciechi.
È tempo di rompere questo specchio: ogni persona ha il diritto di fiorire, di coltivare se stessa come se fosse un giardino. Ora il ring, che è il giardino del boxeur, offre non solo l’opportunità di coltivare, attraverso il corpo a corpo, la propria interiorità, ma offre anche gli strumenti e le protezioni adeguate per coltivare il proprio pugile interiore secondo i tempi e i modi più consoni.
Le corde di un ring dunque tracciano un recinto che dà riparo e traccia un rifugio. L’allenatore è il mentore che dà sostegno al fusto del pugile, il quale metaforicamente parlando deve imparare a superare quelle stesse difficoltà che ogni pianta deve affrontare, trovando in se stesso quelle forze vitali necessarie per combattere e vincere ogni avversità.
(…)
I COLPITORI
1/09 Boxe Mania News, n. 4, in prima pagina, il mio articolo “Il Ring come giardino interiore”.
8/11/2024, Milano, Convegno su “I Colpitori, movimento letterario-sportivo fondato da Federica Guglielmini e Dome Bulfaro