In questo progetto ho sviluppato un percorso di poetry therapy
“Chi cerca trova…” è il titolo di un significativo progetto promosso dall’Hospice per malati terminali “S. Maria delle Grazie” Fondazione Don Gnocchi di Monza, insieme all’AMA di Monza (Associazione auto mutuo aiuto), alle Biblioteche di Monza e all’associazione Cancro primo aiuto onlus, con il patrocinio dei Comuni di Monza e Villasanta e con il coordinamento di Andrea Spatuzzi. Le tematiche attorno a cui si sviluppa questa iniziativa sono il limite, la perdita, il lutto, con l’obiettivo di aiutare i bambini, i ragazzi e i relativi genitori o parenti che hanno vissuto la morte di una persona importante e che non riescono a superare le relative sofferenze: il tutto in un’ottica di auto-mutuo aiuto e di elaborazione del lutto attraverso adeguati strumenti e metodologie.
Il periodo di svolgimento è previsto da marzo a giugno del 2016, con otto incontri che si terranno la domenica mattina, presso la sede del PIME di Monza (via Lecco, 73) con la possibilità di realizzare un successivo convegno finalizzato a illustrare il lavoro svolto. La partecipazione è a numero limitato, con chiusura delle iscrizioni il 6 marzo 2016.
La fase preliminare ha comunque preso forma nei mesi scorsi: le cinque Biblioteche monzesi hanno infatti selezionato una bibliografia ad hoc e già in autunno hanno cominciato a proporre le relative letture ai bambini, ai ragazzi e agli eventuali genitori. Lo scopo è stato quello di individuare le persone che hanno vissuto la perdita di una persona importante e mostrano segni di sofferenza, cominciando a offrire loro l’opportunità di approfondimenti, in vista del successivo lavoro che consisterà in gruppi di laboratorio per bambini da 4 a 7 anni di età, ragazzi da 8 a 13 anni e relativi genitori o parenti. I gruppi punteranno a creare un ambiente e un clima sereno in grado di facilitare la condivisione, attraverso letture animate con laboratorio creativo per bambini, e – per quanto riguarda ragazzi e adulti - con l’utilizzo di una metodologia dell’auto-mutuo-aiuto, che mette al centro della relazione la mutualità, generando relazioni fra membri del gruppo basate sull’aiuto reciproco, quale mezzo principale anche per riuscire ad aiutare se stessi.
Il progetto “Chi cerca trova…” si colloca fra il gruppo familiare in lutto, i bambini, i ragazzi e il “vuoto” culturale nel quale ci si trova quando si incontra la morte, perché di essa sembra che non se ne possa parlare, ma solo rappresentare: «La famiglia – spiegano i promotori - spesso non è preparata a condividere la perdita con il bambino o con il ragazzo: tende ad allontanarlo per proteggerlo, e per questo lentamente fa scivolare nel silenzio, nel non detto, dialoghi e relazioni che possono emergere dal dolore derivante dalla perdita di un proprio caro. L’idea, dunque, è che dalla morte non ci si debba difendere! La società difficilmente prende in considerazione l’evento della morte visto e vissuto da un bambino: la rarità dei servizi dedicati a questo ne sono una prova. Di solito la morte è proposta e abbondantemente trattata sotto forma di spettacolo, di rappresentazione, anziché proporla anche come esperienza di vita e vivibile».
“Chi cerca trova” intende collocarsi in questa situazione come un’opportunità per affrontare e curare il dolore da perdita di bambini, ragazzi e adulti anzitutto attraverso un coinvolgimento familiare che prevede esperienze differenziate per ogni soggetto. Non ultimo, il progetto, anche grazie allo status degli enti che vi partecipano, vuole promuovere il dialogo e una coscienza sul tema della morte, come stimolo culturale che propone di accettare questo aspetto naturale, che appartiene alla vita, anziché rifiutarlo per mezzo della sua sola rappresentazione.